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Finalmente l’inizio della Scuola: ma presidi e pediatri sono preoccupati

lentepubblica.it • 14 Settembre 2020

inizio-scuola-presidiOggi riaprono le aule in buona parte del nostro Paese: ma la situazione è ben lontana dal tranquillizzare i dirigenti scolastici.


Finalmente l’inizio della Scuola: tuttavia presidi e pediatri sono ancora molto preoccupati.

L’allarme per l’avvio dell’anno scolastico oggi, 14 settembre, è lanciato dal rappresentante dei presidi, Antonello Giannelli.

Ricordiamo che quest’anno, le studentesse e gli studenti delle scuole statali saranno distribuiti in 369.048 classi.

Di questi:

  • 876.232 sono iscritti alla Scuola dell’infanzia
  • 2.384.026 alla Primaria
  • 1.612.116 alla Secondaria di primo grado,
  • e 2.635.110 alla Secondaria di secondo grado.

Inizio della Scuola: presidi sono preoccupati

Il Presidente dell’ANP, Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici e Alta Professionalità della Scuola, ha infatti dichiarato:

Sul fronte degli spazi alternativi per gli studenti si stanno recuperando, ma non abbiamo ancora dati certi. Una buona notizia l’abbiamo ricevuta con la circolare per la gestione dei lavoratori fragili  su questo fronte siamo soddisfatti poiché era una nostra richiesta ed ora abbiamo delle linee guida precise da seguire per questi lavoratori“.

Ha poi fatto il punto sui famosi banchi a rotelle monoposto:

Sulla consegna dei banchi riceviamo segnalazioni di ritardi, si parla di 200mila consegnati su 2.400.000.”

Giannelli ha comunque sottolineato:

“La decisione di rinviare l’apertura delle scuole non spetta ai presidi, ma si tratta di decisioni che il dirigente scolastico prende insieme al Comune, il quale predispone il rinvio motivandolo, ad esempio, da lavori ancora da ultimare o altre problematiche”.

Anche i Pediatri esprimono le loro perplessità

Preoccupazione anche dal punto di vista dei Pediatri.

Rino Agostiniani, vicepresidente della Società italiana di Pediatria (Sip), nel corso della diretta Facebook dal titolo ‘Covid-19, le risposte degli specialisti in vista del rientro a scuola’ ha dichiarato:

“Clinicamente è molto difficile distinguere una forma influenzale dei bambini da una patologia da Coronavirus. Per avere una certezza bisogna fare il tampone. Le normative dell’Istituto superiore di Sanità delineano una serie di sintomi che vengono considerati compatibili con la malattia Covid-19. Per il bambino ci sono anche sintomi banali come il raffreddore, e il pediatra può decidere di inserirlo in un percorso che prevede l’esecuzione del tampone. In questo caso, per la riammissione a scuola, sarà necessaria la certificazione della negatività dello stesso”.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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